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Scuola della Parola

    INVOCAZIONE ALLO SPIRITO


    Vieni o Spirito Creatore, visita le nostre menti riempi della tua grazia i cuori che hai creato. O dolce consolatore dono del Padre altissimo acqua viva, fuoco, amore, santo crisma dell’anima. Dito della mano di Dio promesso dal Salvatore irradia i tuoi sette doni, suscita in noi la parola. Sii luce all’intelletto fiamma ardente nel cuore, sana le nostre ferite col balsamo del tuo amore. Difendici dal nemico, reca in dono la pace, la tua guida invincibile ci preservi dal male. Luce d’eterna sapienza, svelaci il grande mistero di Dio Padre e del Figlio uniti in un solo amore. Amen.


    18 Ora la genesi di Gesù Cristo così era: essendo sua madre Maria fidanzata a Giuseppe, prima che si mettessero insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Ora Giuseppe, suo sposo, poiché era giusto e non voleva ripudiarla, decise di dimetterla di nascosto. 20 Ora, mentre lui stava rimuginando queste cose, ecco un angelo del Signore gli apparve in sogno dicendo: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, la tua sposa. Infatti ciò che in lei è generato è dallo Spirito Santo. 21 Ora partorirà un figlio e lo chiamerai di nome Gesù: lui infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati. 22 Ora tutto questo avvenne perché si adempisse quanto detto dal Signore per mezzo del profeta, che dice: 23 Ecco la vergine concepirà e genererà un figlio, e lo chiameranno di nome Emmanuele, che significa: Dio-con-noi. Ora Giuseppe, risvegliato dal sonno, fece quanto ordinò a lui l’angelo del Signore, e accolse la sua donna; e non la conobbe finché generò il figlio e lo chiamò di nome Gesù.

     

    METODO DI PREGHEIRA

    a. Entro in preghiera come suggerito nel metodo.

    b. Mi raccolgo immaginando la perplessità e il sonno di Giuseppe.

    c. Chiedo ciò che voglio: non temere di prendere il dono di Dio in Maria.

    d. Contemplo la scena, immedesimandomi in Giuseppe.

     

    DA NOTARE:

    • Maria si trovò incinta per opera dello Spirito Santo

    • Giuseppe, suo fidanzato, cosa pensa e perché

    • il sonno di Giuseppe e il suo sogno

    • le parole dell’angelo a lui

    • il nome di Gesù, Dio-salva

    • Emmanuele, Dio-con-noi

    • cosa fa Giuseppe

     

    TESTI UTILI

    Is 62,1-5; Sal 89; 72; 127; 2Sam 7,4-16; Is 7,10-14; Ger 23,5-8; 1Re 19,1ss; Gen 37,1ss; 40,1ss; 41,1ss; Lc 1,26-38; Mt 12,46-50

     

     

     

    v 18: Ora la genesi di Gesù Cristo. La genealogia precedente è quella di Giuseppe. Come diventa la stessa di Gesù, che è Figlio di Dio? Dio non può essere fatto dall’uomo: può solo essere accolto! «Giuseppe» (in ebraico = Dio-aggiunga) entra nella genesi del Figlio di Dio attraverso l’atto di fede che accetta l’«aggiunta di Dio», donata in Maria, l’umile figlia di Sion. Egli è figura di ogni uomo che, «troppo grande per bastare a se stesso» (Pascal), si tiene aperto al suo mistero – e il suo mistero è Dio stesso. Si può aspettare all’infinito il Messia; ma inutilmente. Infatti è già venuto, e aspetta solo che ci sia uno disposto a riceverlo. Il dono già è fatto, per Israele e per i pagani: questa è l’ottica di Matteo. La questione è come accoglierlo. Il racconto è fatto per il lettore, perché avvenga a lui ciò che è avvenuto a Giuseppe. L’«angelo» per noi è il testo stesso, che ricorda la sua esperienza perché diventi anche la nostra.

    così era. La genesi di Gesù così «era»: fu, è e sarà, come viene narrato qui. essendo sua madre fidanzata. Ogni uomo, come Giuseppe, ha come «fidanzata» Maria, madre del Figlio. Sta a lui accoglierla, con «fidanza» in lei e in ciò che di lei la Parola gli comunica. Dicendo «sì» a lei, dice «sì» al dono di Dio. Maria è la prima credente: in lei la Parola si è fatta carne. Chi sposa lei, accoglie il Figlio, che per la potenza dello Spirito in lei è generato dal Padre. Entrando in comunione con lei, accetta Dio stesso, che attraverso lei è entrato nell’umanità. Non si può accedere, in via ordinaria, al Figlio al di fuori della mediazione storica di chi l’ha già accolto. Solo lì, nel vero Israele, l’uomo trova la carne del Signore e il Signore che si dona a ogni carne. a Giuseppe. Giuseppe, come detto, significa: «Dio-aggiunga!». E il nome segreto di ogni uomo, finito, che desidera all’infinito, anzi l’Infinito – aperto a ciò che lo trascende e solo può colmarlo. L’uomo è fatto per tale aggiunta divina: «Ci hai fatti per te, Signore, ed è inquieto il nostro cuore fino a quando non riposa in te» (Agostino).

    prima che si mettessero insieme. Si sottolinea che Giuseppe non c’entra con la nascita di Gesù. Non lui, ma Dio stesso lo generò attraverso Maria. Giuseppe accoglie il Figlio accogliendo lei.

    si trovò incinta. Luca 1,26-38 racconta come: Matteo dice semplicemente che «si trovò incinta». È la sorpresa più sconcertante e splendida, umanamente non programmabile, che possa avere una creatura: concepire l’inconcepibile, il suo Creatore.

    per opera dello Spirito Santo. Spirito significa «vita», Santo «di Dio». La vita di Dio è l’amore reciproco tra Padre e Figlio. Maria non è sterile come le matriarche di Israele. La sua verginità, confessata incapacità di produrre il dono, è puro desiderio di accoglierlo. Il desiderio non produce nulla, ma può accogliere tutto: è quel vuoto assoluto che solo è capace di contenere il dono assoluto, l’Assoluto come dono.

     

    v. 19: Giuseppe, suo sposo. L’uomo è fatto per «sposare» colei che gli trasmette il dono di Dio.

     

    poiché era giusto e non voleva, ecc. Giuseppe, sapendo che il dono non gli spetta, è tentato di ritrarsi. Ogni «giusto», come ogni religione, «giustamente» rifiuta il «Vangelo», perché non è oggetto di «merito». Ma è falsa umiltà rifiutare ciò che non ci spetta di diritto. L’amore non è mai meritato; diversamente è «meretricio». Per questo è sempre umile: si sa immeritato, dono dell’altro.

    decise di dimetterla di nascosto. Per rispetto, non per sospetto, Giuseppe decide di ripudiare Maria. Davanti al mistero di Dio si sottrae. Ma non vuole esporla a un rifiuto pubblico, come fosse adultera.

     

    v. 20: mentre stava rimuginando (cf. 9,4; 12,25). Giuseppe non sa che fare; non è soddisfatto della sua scappatoia. Rimugina, dormendo un sonno inquieto. un angelo del Signore gli apparve in sogno. Quando l’uomo dice: «Ora basta» (1Re 19,4ss), Dio fa i suoi doni (cf. Sal 127,2). Nel sonno incontrò Giacobbe, il patriarca fuggiasco (Gen 28,10ss), e raggiunse Elia, il primo profeta, anche lui in fuga (1Re 19,1ss). Nel sonno di suo Figlio raggiungerà ogni uomo che dorme. I sogni interessano giustamente gli psicologi: uno agisce in base a ciò che ha dentro. Nella veglia ci si difende, censurando ciò che non si vuole. Nel sonno invece esce tutto in libertà. Il giusto, che ha il cuore puro, ha i sogni stessi di Dio: la sua parola parla nel sonno delle altre parole, il suo angelo si rivela nel silenzio dell’ascolto. Il pericolo è dar credito a sogni che sono semplici bisogni. Ma la parola di Dio, se entra nel cuore, risveglia nel profondo quel sogno segreto, che è lo stesso di Dio. Giuseppe, figlio di Davide. L’erede della promessa è chiamato dalla Parola ad accogliere il dono, con atto supremo di decisione e di libertà non temere. Le prime parole dell’uomo a Dio sono: «Ho avuto paura» (Gen 3,10). Per questo «Non temere» è la prima parola che il Signore rivolge all’uomo quando si manifesta. La paura, principio di ogni fuga, è il contrario della fede.

     

    di prendere con te Maria. Maria media a tutti il dono di Dio. In questi primi due capitoli «il Figlio» è sempre presentato con sua madre. Chi rifiuta la Madre, rifiuta il Figlio. La prima eresia – sempre costante! – è il «docetismo», che ritiene irrilevante la mediazione storica. Staccare Gesù da Maria, da Israele, dalla Chiesa, dai fratelli, è rifiutare la «sua» carne, salvezza di ogni carne. Il cristianesimo diventa ideologia, «gnosi», che ha nulla a che fare con il Cristo crocifisso, rivelazione di Dio e liberazione dell’uomo. Chi dice: «Cristo sì, ma Israele no; Cristo sì, ma Chiesa no; Cristo sì, e mondo no», rifiuta Cristo stesso che si è mischiato in un destino unico con Israele, Chiesa e mondo. La storia non è qualcosa di passato che non c’è più; è come le radici per l’albero: gli danno linfa e gli permettono di innalzarsi al cielo senza crollare al primo vento. ciò che in lei è generato è dallo Spirito Santo. Ciò che è in Maria viene da Dio: sposandone la madre, accogli il Figlio.

    v. 21: partorirà un figlio e lo chiamerai. Maria lo partorisce; tu gli dai il nome, entri in relazione con lui e lui con te. Questa è la dignità sublime dell’uomo: chiamare per nome il «Nome», essere suo interlocutore, parlare con lui da amico ad amico. Gesù. Significa «Dio-salva». È il nome di Dio, la sua realtà per chi lo chiama. «Chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvato» (At 2,21). In nessun altro nome c’è salvezza (At 4,12), perché è il nome dal quale ogni nome prende vita. Può essere invocato da chiunque, per quanto perduto: è «Dio-salva». salverà il suo popolo dai suoi peccati. «Tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, perché io perdonerò le loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato» (Ger 31,34). Chiamiamo Dio per nome proprio in quanto perduti che vengono salvati. Dio è amore senza limiti: lo conosciamo come tale solo nel perdono. ..

    v. 22: questo avvenne perché si adempisse, ecc. La storia di Gesù è vista in continuità con quella di Israele, come compimento della promessa a lui fatta.

    v. 23: la vergine concepirà, ecc. È citazione da Is 7,14, dove al re è promesso un figlio, garanzia della fedeltà di Dio. È un segno che il re non osa chiedere, e che Dio invece vuol dargli. Quanti altri segni invece chiediamo, che lui non ci vuol dare! Emmanuele, che significa Dio-con-noi. Gesù è il «Dio-che-salva» perché è il «Dio-con-noi». E se Dio è con noi e per noi, chi sarà contro di noi? (cf. Rm 8,32ss). «Con» significa relazione, intimità, unione, consolazione, gioia, forza, scambio. Lui è sempre con noi, in nostra compagnia (28,20), fino a quando anche noi saremo sempre in compagnia di Gesù (cf. 1Ts 4,17). Con lui, il Figlio, noi siamo finalmente noi stessi.

    v. 24: Giuseppe, risvegliato dal sonno. Il sonno di Giuseppe, per la Parola che il Signore gli rivolge, diventa un «risveglio», una risurrezione. fece, ecc. Giuseppe «ascolta e fa» la Parola, quella che viene non dalle sue paure, ma da Dio. E il nuovo Adamo, che ascolta il Signore. Si risveglia dagli incubi della menzogna antica, e si ritrova davanti la «sua sposa», e con essa il Figlio stesso di Dio, sua vita. accolse. Giuseppe apre il cuore e la mano per ricevere il dono. Fa il contrario di Adamo, che la chiuse per rapirlo.

    v. 25: non la conobbe, ecc. Si sottolinea la nascita verginale. Gesù, nato da donna secondo la carne, è figlio di Dio secondo lo Spirito, perché ogni carne riceva la figliolanza di Dio (cf. Gal 4,5; Rm 1,3s). e lo chiamò di nome Gesù. Il capitolo inizia e termina con il Nome: Gesù. E ci dice chi è: è il Cristo, l’atteso figlio di Davide, punto d’arrivo della promessa, l’inatteso discendente di Abramo, benedizione per tutte le genti, il Dio-che-salva, il Dio-con-noi, il Figlio, il dono di Dio, Dio stesso come dono, che riceviamo attraverso Maria.