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Chiesa di San Biagio

La Chiesa di S. Biagio della Parrocchia di S. Maria Assunta in Cielo è dedicata al Santo Patrono della città, ove si conserva la statua, che ogni anno, attraversa il Centro Storico, ad esempio, nella solenne processione del 3 Febbraio, che parte proprio dalla stessa Chiesa e con a seguire la Santa Messa, con l’unzione gola ai partecipanti nella Chiesa della Collegiata, per poi riaccompagnare il santo alla sua dimora. La stessa statua lignea, risalente al XVI secolo, che qui vi è costudita viene trasportata anche per l’incontro con la statua della madonna, nella processione della natività, per le vie del centro storico, l’ 8 Settembre. S. Biagio era il Vescovo della comunità di Sebaste, in Armenia, durante la “pax” costantiniana: il suo martirio è avvenuto intorno al 316 dovuto ai contrasti tra l’Occidentale Costantino e l’Orientale Licinio. E’ invocato come protettore dei mali della gola, avendo miracolosamente guarito un bimbo, a cui si era conficcata una lisca in gola. Da qui deriva il rito della “benedizione della gola” compiuto con due candele incrociate. L’edificio era l’antica Cattedrale della città prima dell’attuale Chiesa della Collegiata o di S. Maria Assunta in Cielo, in cima al centro storico. Dai documenti una sua citazione risale al XVI secolo, in cui la Chiesa viene nominata in una visita Apostolica del 28 gennaio 1574, come struttura necessitante di restauri, per i quali venne assegnato il termine di “ due anni sotto pena di cinquanta scudi”. Venne nuovamente ristrutturata nella seconda metà del XVIII secolo con la consegna dell’edificio nel 1756, pochi anni prima che iniziassero i lavori presso la Chiesa Parrocchiale di S. Maria Assunta in Cielo. La planimetria è molto semplice, a navata unica, decorata e sorretta da una serie di colonne in muratura, rivestite di gesso marmorizzato, in origine classiche a fusto bianco ed alcuni altari laterali. Quando venne citata dal Tomassetti, lo studioso della Campagna Romana nel secolo scorso, esistevano due lapidi visibili sul pavimento. La prima, in tufo locale, riportava inciso un pesce, forse appartenente alla Famiglia Pesciotti, mentre l’altra, in marmo, posta nei pressi della sacrestia. Splendide due tele di recente restaurate: “La Natività” e “ l’Adorazione dei Magi”. Scrive Giuseppe Tomassetti, nella “Campagna Romana, antica, medioevale e moderna” (a cura di L. Chiumienti e F. Bilancia ed Olschki 1979): Sull’altare maggiore la statua di S. Biagio in legno che certo deve essere antica perché in un inventario del secolo XVI, esistente nei libri parrocchiali della Chiesa dell’<assunta, viene già menzionata. Pregevoli le tele settecentesche di recente restaurate di Giovanni Battista Ricci, l’Adorazione dei Magi e la Natività. Ricordiamo che il Ricci è il pittore lombardo, attivo a Roma a partire dal Pontificato di Gregorio XIII, dal 1590 al 1620, autore, ad esempio, degli affreschi nelle Chiese di S. Maria del Popolo, S. Marcello al Corso, di S. Francesco a Ripa, della SS. Trinità dei Pellegrini a Roma, nell’Arcibasilica di S. Giovanni, nella Basilica di S. Maria Maggiore e della Scala Santo in laterano. Nella Biblioteca Vaticana. “La piccola Chiesa di S. Biagio incastonata tra le antiche dimore di Anguillara, ha una buona acustica per i concerti. L’edificio è vicino al complesso la “Specola”, edificata su una delle torri medioevali di cui Anguillara era ricca. A tutt’oggi “ La Specola” è bene culturale di pregio, oggi privato e vincolato dal Ministero dei Beni Culturali. Fin dal 1927. Vicino vi è la dimora di Pedro Cano pittore di chiara fama internazionale che qui ha realizzato almeno trenta anni della sua produzione artistica, ispirandosi anche alla caratteristica Chiesa di S. Biagio ed ai tetti di un centro storico così suggestivo qual è quello di Anguillara Sabazia. Si ricorda che le preziose tele di Giovanni Battista Ricci, “La Natività” e L’Adorazione dei Magi” quivi all’interno custodite, sono state restaurate dalla Ditta C.R.O.D.A., da Walter Schiavoni nel 1995 in collaborazione con la Sovrintendenza preposta. Durante i lavori è stato possibile metter in evidenza precedenti interventi di restauro, in particolare nel volto di uno dei Magi e su quello di un Santo. L’opera nel suo complesso è risultata in ottime condizioni ed è così che oggi è possibile ammirare i volti della Madonna, del Bambino, di S. Giuseppe e dei due restanti Re Magi, così come furono dipinti dall’autore. Sopra la cupola che sormonta l’abside si trova la scritta: “Elegie nim et sintificavi locum istum ut sit nomen ibi in sempitern”, “Ho scelto infatti e santificato questo luogo affinchè il mio nome sia qui in eterno”. La scritta “Ego protector tuus ero semper”, “Io sarò per sempre il tuo protettore”, è impressa sull’arcone dell’abside per suggellare la sicura protezione di S. Biagio e la profonda devozione popolare verso il Santo culminata il 10 Settembre 1803 quando il Consiglio dei Priori, come si legge nei Registri storici comunali, deliberò: “ Viene accolta come lodevole la richiesta popolare di eleggere S. Biagio a Patrono di Anguillara” (Estratto dal libro :” La Chiesa di S. Biagio”, il percorso nei secoli della nostra Comunità, a cura di A. Climati, R. Fava, C. Flenghi).